I FARI NEL MONDO


                                                             



IL FARO DI KEREON, BRETAGNA - FRANCIA

di Annamaria "Lilla" Mariotti

(Liberamente tratto dal volume FARI, Ed. White Star 2005-2011)





In confronto ai fari inglesi, torri sobrie e semplici, quasi tutte uguali, i fari francesi sono dei castelli fiabeschi, costruiti con forme e modalità diverse uno dall’altro, con stili che variano dal medioevale, al gotico, all’art deco, quasi che la fantasia dei loro ingegneri abbia voluto ispirarsi ai tempi passati pensando più al fattore estetico che all’uso a cui erano destinati.  Un esempio di questo genere di costruzione è il faro di Kéréon.

 

La pronipote di un ufficiale di marina francese, Charles Marie La Dall de Kéréon,  ghigliottinato a soli diciannove anni nel 1794 durante la Rivoluzione Francese, donò, nel 1910,  la somma di 585.000 franchi per la costruzione di un faro  che portasse il nome del suo antenato. In Francia molti altri fari sono stati costruiti con donazioni private, perché, contrariamente all’Inghilterra, in questa nazione non c’è mai stato l’uso di far pagare alle navi di passaggio una tassa  per il mantenimento dei fari, questo viene fatto tramite le normali tasse pagate dai cittadini e quindi il denaro per la costruzione dei fari può scarseggiare.   La torre è stata costruita su uno scoglio nel canale di Fromveur, tra le isole di Ouessant a Molène, su una roccia chiamata Men-Tensel “la roccia arcigna” al largo della Bretagna, il cui nome la dice lunga sulla sua reputazione.   I lavori, come per tutti gli altri fari in alto mare, sono stati lunghi e portati avanti con grandi disagi e difficoltà. L’ingegnere che dirigeva i lavori rischiò di annegare, così come altri uomini, ma sono andati avanti e nonostante lo scoppio della guerra nel 1914, la torre, alta 41 metri, è stata completata e accesa il 25 Ottobre 1916.   Il funzionamento era a petrolio, fino all’elettrificazione  tramite un sistema eolico, avvenuta nel 1972.

 



Il risultato è stato un faro imponente, una torre che si innalza da un base quadrata, spesso sommersa dal mare, grandi finestre, una sopra l’altra, si aprono lungo la sua altezza, che culmina in una terrazza rotonda sporgente, sorretta da contrafforti in pietra e circondata da un muro, che regge la grande lanterna in ferro dipinta di bianco.  Questa lanterna lancia un lampo bianco ogni 5 secondi ed ha un settore rosso di 131° compreso nella rotazione che a 248° e a 190° indica pericolo.


 

                        



La donazione fatta era stata così generosa che non solo consentì la costruzione del faro, ma permise anche di curarne l’interno come mai era  stato fatto prima.   Dall’ampio ingresso si sale per una scala a chiocciola raggiungendo prima la cucina chiara e spaziosa, poi le ampie stanze dei guardiani e infine, in  alto, al quarto piano, si apre il grande, bellissimo salone d’onore. Questa stanza rotonda ha un  diametro di sei metri, le pareti sono in boiserie di quercia  di Ungheria, con una stella scolpita al centro ed il grande rosa dei venti in ebano e mogano, una bellezza persa in mezzo al mare.  La stanza è dominata da una gigantesca scrivania alla quale i guardiani si sedevano due volte al giorno per compilare il loro rapporto giornaliero e per mettersi in contatto con il Servizio fari di Brest. Tutte le stanze sono fastose, gli interni sono in legno, i letti dei guardiani sono, alla moda bretone, delle cuccette ricavate dentro la parete, con delle ante che si possono chiudere, per lasciare fuori l’urlo del vento ed il ruggire delle onde.  Certo, il portare tutto l’arredamento nel faro non è stato facile, ogni pezzo ha dovuto essere trasportato via mare e sollevato per mezzo di argani, ma la fatica  non è stata inutile  per creare questo “Palazzo” i cui guardiani  sono visti con una certa invidia dai loro colleghi che lavorano in altri fari in mezzo al mare per il confort in cui vivono.  Solo al momento dell’avvicendamento  questa differenza non esiste più :  su questo scoglio non esiste un approdo per le barche così questa operazione diventa molto pericolosa,  gli uomini si calano tramite un cavo sospeso su un mare sempre agitato e percorso da forti correnti.


 
                

Quello di Kéréon è stato l’ultimo faro  abitato in Francia, nel Gennaio 2004 i guardiani lo hanno lasciato per sempre, scendendo giù per il cavo, come avevano sempre fatto, per raggiungere la barca che li ha raccolti.   L’automatizzazione ha preso il loro posto, il faro sarà controllato a distanza, come è già successo per altri, da un centro installato nel faro di Créac’h (Ouessant), uno dei 23 fari che si trovano a Finistère.   Dietro di loro resterà tutta quella bellezza e quell’eleganza che ha superato le più terribile tempeste Atlantiche ed un targa commemorativa fatta installare dalla donatrice, che riporta le ultime parole scritte dal giovane ufficiale a suo padre prima di morire : “ Io muoio innocente”

 

 

L'interno del faro


 

Questa è la stanza principale del faro. Ha un diametro di sei metri, le pareti sono in quercia di Ungheria, e al centro, sul pavimento, si trova una bellissima rosa dei venti in ebano e mogano. Alla grande scrivania sta seduto il guardiano che redige il suo rapporto giornaliero. Peccato che questa bellezza sia ora solo un monumento in mezzo al mare, regno di Nettuno, e forse solo lui, e le sue figlie, le sirene, potranno goderne la bellezza.



 

Coordinate geografiche :

Località        :  Bretagna - Francia

Latitudine     :   48° 26’ Nord

Longitudine   :    5° 01’ Ovest

Altezza         :   41 metri

Portata          :  19 miglia bianco – 7 miglia rosso

Costruzione   :  1916

 

 




 
 
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